Salta al contenuto
Instagram Linkedin Facebook
Dossier Difesa
  • HOME
  • CHI SIAMOEspandi
    • IL NOSTRO TEAM
  • ATTIVITÀEspandi
    • INSTAGRAM
    • ARTICOLI
    • DIALOGHI SULLA DIFESA
  • ENTRA NEL TEAM
  • CONTATTACI
Dossier Difesa

INSTAGRAM

DossierDifesa

dossierdifesa

Le origini dell’Arma del Genio vengono fatte ris Le origini dell’Arma del Genio vengono fatte risalire al 1706, quando una compagnia di minatori dell’Armata Sarda, tra i quali ricordiamo l’eroica figura di Piero Micca, si distinse nell’assedio di Torino. 

La sua nascita, tuttavia, verrà di fatto sancita, il 24 gennaio 1861.
 
Negli anni successivi, i reggimenti aumentarono di numero incorporando nuove specialità che ebbero modo di contraddistinguersi durante la Prima Guerra Mondiale. Nella Guerra 1915-1918, infatti, il Genio Militare giocò un ruolo cruciale realizzando, con sforzi eccezionali e in condizioni spesso impossibili, strutture come ospedali, strade, ponti, teleferiche, gallerie, linee ferroviarie.

Scriverà Luigi Barzini: «Il combattente può lasciarsi spesso trasportare dalla foga disordinata del suo sentimento, può gridare, può sparare. L’artiere del Genio deve pensare. Ogni suo gesto ha bisogno di precisione e puntualità. Nel pericolo più grave egli deve agire impassibile come l’operaio nel sicuro laboratorio di un’officina».

Nel secondo dopoguerra l’Esercito Italiano riorganizzerà l’Arma del Genio costituendo nuove unità e specialità e intervenendo in aiuto della popolazione in seguito ai disastrosi effetti dei terremoti (Belice, Friuli, Irpinia e Basilicata, Umbria e Marche, L’Aquila, Centro Italia), delle alluvioni (Po, Firenze, Sarno, Piemonte, Cinque Terre) o di altre catastrofi, una tra tutte la tragedia della diga del Vajont.

Attualmente i reggimenti dell’Arma del Genio sono dodici e le loro Bandiere sono decorate di tre Medaglie d’Argento, undici Medaglie di Bronzo, due Croci di Guerra al Valor Militare, due Medaglie d’Argento e sette di Bronzo al Valore dell’Esercito, una Medaglia d’Argento e tre di Bronzo al Valor Civile.

Autore Content: Erika Baini (@erika_baini )

📚Link alle fonti in bio
I Baschi Verdi AT-P.I. della Guardia di Finanza so I Baschi Verdi AT-P.I. della Guardia di Finanza sono tra le unità più specializzate e versatili nel panorama della sicurezza italiana. Nati per contrastare il terrorismo e proteggere obiettivi sensibili, oggi rappresentano un pilastro nel controllo del territorio, nella tutela dell’ordine pubblico e nella lotta alla criminalità.

Dal 1992, alcuni militari AT-P.I. sono stati assegnati alla Direzione Investigativa Antimafia, partecipando a operazioni di rilievo contro la criminalità organizzata, soprattutto nelle aree rurali del palermitano.

La loro efficacia si estende anche oltre i confini nazionali: impiegati in Albania durante la missione CAM-SEA e in Kosovo con il contingente italiano, i Baschi Verdi hanno confermato la loro capacità di operare con competenza e prontezza anche in scenari complessi e ad alto rischio.

Link alle fonti in bio

#dossierdifesa #difesa #baschiverdi🔰
Siamo lieti di annunciare che Dossier Difesa sarà Siamo lieti di annunciare che Dossier Difesa sarà media partner di Aerospace & Defense Meetings Torino 2025, la decima edizione della convention internazionale dedicata all’industria aerospaziale e della difesa. Un appuntamento che, anno dopo anno, conferma la propria centralità nel favorire la crescita del settore, mettendo in connessione grandi attori industriali, PMI e centri di ricerca impegnati nello sviluppo di tecnologie e strategie d’avanguardia.

L’evento, attraverso incontri B2B, conferenze e workshop tematici, rappresenta un’occasione unica per alimentare il confronto su temi di rilevanza sempre più strategica, tra cui, innovazione e sostenibilità nella supply chain, digital transformation, autonomia strategica europea, nuove forme di proiezione aerospaziale e sviluppo della Lunar Economy.

In un contesto tecnologicamente sempre più avanzato e in continua evoluzione, eventi di questo tipo contribuiscono in modo determinante a consolidare la posizione dell’Italia come hub globale per l’aerospazio e la difesa, valorizzando l’eccellenza industriale del Paese e la sua proiezione internazionale, offrendo, al contempo, un ambiente di discussione dove idee, tecnologie e opportunità convergono per costruire insieme il futuro del settore aerospaziale.

#ADMTorino25 #Aerospace #Defense #Defence #B2BMeetings #LunarEconomySummit #DossierDifesa
Il Reggimento Lagunari “Serenissima” rappresen Il Reggimento Lagunari “Serenissima” rappresenta l’eccellenza anfibia dell’Esercito Italiano, una macchina operativa capace di muoversi tra terra e acqua con precisione chirurgica, ma la sua vera forza non risiede solo nei mezzi anfibi o nelle capacità tattiche. Essa vive negli uomini e nelle donne che ne compongono le file: individui addestrati a resistere alle condizioni più estreme, a spingersi oltre i limiti fisici e psicologici, sempre pronti a trasformare il sacrificio in servizio.

Ogni pattuglia, ogni plotone è il frutto di un impegno silenzioso e quotidiano, di ore dedicate alla Qualificazione Anfibia, di rinunce personali che spesso sfuggono agli occhi esterni. Nei fiumi, nelle lagune, sulle spiagge e nelle acque interne, il loro operare è misurato, preciso, quasi impercettibile: eppure, ogni azione porta con sé il peso di responsabilità immense e la consapevolezza che il successo delle missioni dipende dalla dedizione di ciascun individuo.

Il Reggimento non è solo strategia o logistica: è resilienza incarnata, memoria di chi ha affrontato calamità, missioni all’estero e contesti ostili, sempre con la stessa determinazione silenziosa. È malinconico pensare alla solitudine che talvolta accompagna queste scelte, alla distanza da affetti e certezze quotidiane, ma in ogni gesto tecnico si legge l’infinita misura del coraggio e della lealtà di chi indossa la divisa lagunare.
SAN MARCO!

Autore content: Dott. Francesco Roberto @francescorob 

Link alle fonti in bio

#dossierdifesa #difesa #sicurezza #military #lagunari #esercito  #proiezione #fantidamar #anfibi #strategia #interforze #rearmeurope
Ventidue anni fa, a Nassiriya, l’Italia visse un Ventidue anni fa, a Nassiriya, l’Italia visse uno dei momenti più dolorosi della sua storia recente. Era il 12 novembre 2003, quando un camion carico di esplosivo si scagliò contro la base Maestrale, sede dei Carabinieri della MSU e di altri reparti impegnati nella missione Antica Babilonia.

Quella missione aveva un obiettivo chiaro: garantire la sicurezza del Paese e sostenere la ricostruzione dopo la caduta di Saddam Hussein. Una presenza difficile, perché significava operare ogni giorno in un contesto instabile, con rapporti delicati con la popolazione locale e la consapevolezza costante di essere un bersaglio.

L’esplosione fu improvvisa e devastante, con un bilancio tragico. Colpì il perimetro della base e coinvolse anche il deposito munizioni, trasformando un luogo di lavoro e di servizio in uno scenario di guerra.

Ma da quella tragedia nacque anche una riflessione profonda. Le Forze Armate italiane rividero procedure, rafforzarono le difese e compresero che in scenari così complessi la sicurezza non può mai essere data per scontata.

Oggi Nassiriya rimane una ferita nella memoria collettiva e, allo stesso tempo, un monito silenzioso ma potente. Un ricordo che continua a ispirare uomini e donne impegnati nella difesa della pace, anche nei contesti più difficili.

Autore content: Dott.ssa Anna Lucky Dalena @luckydalena 
Autore grafica: Dott. Ivan Masevski @ivan.mase 

📚Link alle fonti in bio 

#Nassiriya #12novembre #MissioniInternazionali
#DifesaItaliana #EsercitoItaliano #ministerodelladifesa #carabinieri #esercito #iraq
Nato a Roma nel 1974,iniziò la sua carriera nella Nato a Roma nel 1974,iniziò la sua carriera nella Brigata Paracadutisti “Folgore”, per poi entrare nel 2003 nel 9º Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin”, dove ottenne la qualifica di incursore paracadutista, partecipando a varie missioni internazionali.

Il 17 settembre 2010, in qualità di membro della Task Force 45 in Afghanistan, composta da distaccamenti operativi delle Forze Speciali Italiane,prese parte a un’operazione ad alto rischio per la cattura di un commando di terroristi locali, individuati da un assetto a pilotaggio remoto MQ-1 Predator dell’Aeronautica Militare mentre tentavano di piazzare un ordigno sotto un ponte nella zona di Bakwah.

Il distaccamento del “Col Moschin”, trasportato in elicottero nell’area, ingaggiò un violento scontro a fuoco con i terroristi. Il Capitano Romani fu gravemente colpito alla spalla e, nonostante il tempestivo intervento MEDEVAC che lo portò all’ospedale Role 2 di Farah, morì poco dopo a causa di un arresto cardiocircolatorio provocato dalle ferite riportate.

Fu la trentesima vittima italiana in Afghanistan dall’inizio della missione. Promosso al grado di Capitano a testimonianza del suo valore, nel 2011 gli venne conferita la Medaglia d’Oro al Valore dell’Esercito alla memoria dal Presidente della Repubblica Napolitano.

Autore Content: @niccolomatteini_ 

Link alle fonti in bio

#dossierdifesa #colmoschin #afghanistan #forzespeciali
30 giugno 1963, nella borgata di Ciaculli a Palerm 30 giugno 1963, nella borgata di Ciaculli a Palermo, un’Alfa Romeo Giulietta imbottita di tritolo esplose mentre militari e artificieri tentavano di disinnescarla. Nell’attentato morirono sette uomini dello Stato: quattro Carabinieri, due militari e un sottufficiale di Polizia. Fu una delle pagine più nere della storia italiana, ricordata come la strage di Ciaculli.

L’episodio si collocava nel pieno della prima guerra di mafia, quando le cosche palermitane si contendevano il territorio con violenza senza precedenti. In quei mesi la mafia inaugurò l’uso delle autobombe, che non colpivano più solo i rivali ma minacciavano la sicurezza pubblica.
Dopo la strage, Cosa Nostra attraversò un momento di crisi, ma quel vuoto di potere ne favorì l’evoluzione. Finì la stagione della vecchia mafia fatta di compromessi e nacque una nuova Cosa Nostra corleonese, brutale e verticistica, che avrebbe dichiarato guerra allo Stato per decenni.

Oggi la mafia agisce in modo diverso, lontana da stragi e “omicidi eccellenti”. In questa calma apparente si nasconde la sua forza: si è integrata nei meccanismi dello Stato, muovendosi tra imprenditoria, colletti bianchi e riciclaggio. Corrompe invece di uccidere, un metodo più semplice e invisibile.
I clan attuali sono più potenti, ma la loro forza è economica, silenziosa e sistemica.

Ricordare Ciaculli significa onorare chi cadde per lo Stato e riconoscere il momento in cui l’Italia capì che la mafia non era più un fenomeno locale, ma una minaccia per l’intera società.

Autore Content: Sara Torricelli @sara.torric Dossier Difesa e @tommasoricciardelli di @parliamodimafia 
Autore Grafica: @camilla.cappellari 

Link alle fonti in bio

#dossierdifesa #difesa #sicurezza #stragediCiaculli #anniSessanta #Carabinieri #Interpol #Commissioneantimafia  #parliamodimafia
Pubblicato il secondo numero della nostra rubrica Pubblicato il secondo numero della nostra rubrica dedicata all’attualità della difesa e della sicurezza nazionale.

Questo mese: 
👉🏻 Esercito Italiano
👉🏻 Marina Militare
👉🏻 Aeronautica Militare
👉🏻 Arma dei Carabinieri
👉🏻 Rapporti con l’estero
👉🏻 Industria e Difesa
👉🏻 Cybersecurity

Un nuovo formato per offrire una panoramica chiara e sintetica sulle principali dinamiche che riguardano la difesa italiana nel contesto globale, mese dopo mese. 

Autore Content: Alessandro Barbato @_alessandro_barbato 
Foto copertina: Silvano Mainini @sierramike64 

Link alle fonti in bio

#dossierdifesa #ItalianelMondo #Difesa #SicurezzaNazionale #NATO #Diplomazia #Cybersecurity #ForzeArmate #Armamenti
Siamo orgogliosi di annunciare che Dossier Difesa Siamo orgogliosi di annunciare che Dossier Difesa sarà media partner ufficiale del MENA Geospatial Forum a Riyad, un appuntamento di altissimo profilo dedicato al dialogo e allo scambio di competenze su tematiche strategiche quali digital twin, spatial analytics e visual intelligence.
Con il tema “Mapping the Future: Advancing Geospatial Intelligence for Smarter Cities and Infrastructures”, la terza edizione del Forum si rivolge a governi, decision maker, sviluppatori, operatori infrastrutturali, aziende tecnologiche e istituzioni accademiche che intendono cogliere le straordinarie opportunità offerte dalla conoscenza geospaziale applicata ai processi di Difesa e Sicurezza.
La conferenza offre occasioni concrete per approfondire come l’integrazione tra dati geospaziali e Intelligenza Artificiale apra nuovi orizzonti operativi: dall’identificazione di aree vulnerabili alla simulazione di scenari di rischio, fino all’implementazione di sistemi di allerta precoce in grado di ridurre l’impatto delle emergenze. Un approccio che rafforza la collaborazione tra settore della difesa, servizi di pronto intervento e istituzioni governative, a beneficio della resilienza territoriale e infrastrutturale.
Con questa visione, il MENA Geospatial Forum si conferma un punto di riferimento imprescindibile, capace di attrarre esperti e stakeholder internazionali e di guidare il dibattito globale sulle tecnologie che stanno ridefinendo la sicurezza e la gestione delle infrastrutture del futuro.

#MENA #riyad #difesa #aerospace #italia #europe #spatialanalytics
Per garantire continuità ai programmi di Difesa s Per garantire continuità ai programmi di Difesa serve un sistema di finanziamento stabile e prevedibile. In questo senso, il Documento Programmatico Pluriennale 2025-2027 sottolinea come la spesa militare non possa essere intesa soltanto come un costo, ma come una leva essenziale per il Paese. Gli investimenti in progetti di ricerca, start-up e tecnologie dual-use generano benefici diffusi, interessando tanto le filiere produttive quanto la formazione di nuove competenze. 

Per raggiungere questi obiettivi, l’Italia ha deciso di ricorrere, tra le altre misure finanziarie, anche lo strumento SAFE predisposto dall’Unione Europea, che permette di accedere a prestiti a lungo termine con scadenze distribuite fino a 45 anni.

La capacità di indirizzare risorse, stabilire priorità e orientare la ricerca consente di creare un ecosistema in cui innovazione e sicurezza si rafforzano a vicenda. Non si tratta di sostituire la logica economica con quella militare, bensì di riconoscere che in settori di importanza strategica, come quelli legati alla cybersicurezza, allo spazio e alla ricerca su tecnologie quantistiche, la spinta della Difesa può accelerare processi già in atto e favorirne di nuovi. 

Autore Content: Andrea Vacca @_andreavacca_ 

Link alle fonti in bio

#dossierdifesa #forzearmateitaliane #esercito #DPP #spazio #cyber #quantum #difesa #innovazione
Dopo anni di difficoltà economiche, scelte manage Dopo anni di difficoltà economiche, scelte manageriali controverse e il ritiro dell'azionista di riferimento Mubadala (fondo sovrano di Abu Dhabi), l'azienda è entrata in amministrazione straordinaria nel 2018. Nonostante l'intervento dello Stato e la continuità operativa garantita ai circa 1.000 dipendenti, Piaggio non è riuscita a tornare in equilibrio, con commesse irregolari, una filiera disarticolata e forti incertezze sugli investimenti.

A dicembre 2024 è arrivata la svolta: il governo ha autorizzato la vendita dell'intero complesso aziendale alla turca Baykar, leader nella produzione di droni militari, tra cui il celebre Bayraktar TB2. L'acquisizione ha riacceso il dibattito politico e industriale, poiché Piaggio è attiva non solo nel settore civile (con il business jet P.180 Avanti EVO), ma anche nella manutenzione di motori aeronautici militari utilizzati dalle Forze Armate italiane.

Un ruolo rilevante, anche se meno visibile, lo ha avuto Leonardo S.p.A., che pur non formalizzando offerte vincolanti, ha avviato una solida collaborazione con la controparte turca per la creazione di un polo di primo piano nella progettazione e produzione di UAV. 

Nonostante ciò￲, restano criticità aperte, tra cui la garanzia di continuità occupazionale, la gestione delle attività a uso duale (civile e militare) e la presenza di un soggetto extracomunitario in un'azienda aerospaziale italiana.

Il rilancio del P.180 e l'integrazione delle competenze italiane nella filiera Baykar rappresentano, oggi, una sfida delicata: preservare il valore tecnologico e l'identità industriale di Piaggio sarà decisivo per evitare che l'Italia perda definitivamente un altro pezzo della sua autonomia nel settore della difesa.

Autore Content: Alessandro Barbato @_alessandro_barbato 

Link alle fonti in bio

#dossierdifesa #piaggio #Baykar #Leonardo #UAV #drone #PAN #vespa #bmc #drones #Bayraktar
Sono le 1:40 della notte del 4 maggio 1980 quando, Sono le 1:40 della notte del 4 maggio 1980 quando, rientrando in caserma dopo aver assistito ai festeggiamenti per la festa patronale di Monreale, viene colpito alle spalle, in mezzo alla folla, e crivellato di colpi da tre sicari di Cosa Nostra.

Nato a Taranto nel 1949, Emanuele Basile intraprese il servizio nell’Arma dei Carabinieri, distinguendosi subito per l’impegno e la dedizione con cui affrontava i compiti affidatigli. Dopo l’Accademia, fu destinato in Sicilia, in un periodo particolarmente difficile per l’ordine pubblico, segnato dalla violenza terroristica e dalla crescente pressione delle organizzazioni mafiose.

In qualità di Ufficiale, operò dapprima presso il Nucleo Operativo della Compagnia di Monreale, dove partecipò attivamente a delicate attività investigative contro la criminalità organizzata. Grazie alla sua indole investigativa, contribuì alla raccolta di informazioni decisive per le indagini condotte dal pool antimafia, collaborando strettamente con il capitano dei Carabinieri Mario D’Aleo e con il magistrato Paolo Borsellino.

Il suo impegno non si limitava alla sola repressione dei fenomeni criminali. Basile era consapevole dell’importanza di guadagnarsi la fiducia della popolazione, instaurando un rapporto diretto con i cittadini, così da favorire un clima di legalità in un contesto profondamente condizionato dal potere mafioso.

Per il suo esempio di straordinaria dedizione e per il supremo sacrificio offerto alla difesa dello Stato e alla lotta contro la mafia, Emanuele Basile venne insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria, divenendo simbolo di eroismo silenzioso e di incrollabile fedeltà al giuramento prestato all’Arma e all’Italia.

Autore Content: Andrea Vacca @_andreavacca_ 
Autore Grafica: Ivan Masevski @ivan.mase 

Link alle fonti in bio

#dossierdifesa #esercito #Carabinieri #Monreale #Borsellino #Sicilia
Nel panorama operativo odierno, la capacità di co Nel panorama operativo odierno, la capacità di cooperare efficacemente con unità navali alleate non è un valore aggiunto ma un requisito strategico. In questo contesto il cacciatorpediniere Andrea Doria si distingue come piattaforma di riferimento per l’interoperabilità NATO, grazie a una progettazione che ne consente l’integrazione fluida in gruppi navali complessi.

Dotata di sistemi avanzati e interfacce digitali conformi agli standard alleati, l’unità è in grado di scambiare in tempo reale dati tattici, ordini operativi e feed di sorveglianza, ponendosi come nodo comunicativo e decisionale in scenari multinazionali. L’equipaggio è addestrato a operare secondo le dottrine e le procedure dell’Alleanza facilitando l’inserimento dell’unità nei Task Group interforze.

L’Andrea Doria è quindi parte integrante del più ampio dispositivo di sicurezza marittima euro-atlantico. Non solo supporta la cooperazione bilaterale e multilaterale, ma contribuisce alla costruzione di una postura navale credibile e interoperabile in grado di reagire con coerenza e rapidità alle crisi. Il suo valore risiede nella capacità di agire in sinergia, parlando il linguaggio operativo comune che permette a forze navali diverse di operare come una sola.

Autore Content: Mattia Mastrolia  @_mastroliamattia_ 

Link alle fonti in bio

#DossierDifesa #AndreaDoria #MarinaMilitare #ClasseOrizzonte #Cacciatorpediniere #SistemaAster #Fincantieri #ForzeArmate #NATO #DifesaItaliana #SicurezzaMarittima #MadeInItaly
Tra la fine del 1916 e l’inizio del 1917, in pie Tra la fine del 1916 e l’inizio del 1917, in piena Prima Guerra Mondiale, Francesco Baracca scelse di legare la sua figura a un simbolo destinato a diventare immortale. Seguendo la consuetudine diffusa tra i piloti da caccia, adottò un emblema personale per i propri velivoli. Non un segno qualunque, ma il cavallo rampante dello stemma del “Piemonte Cavalleria”, reggimento da cui proveniva. Lo semplificò nelle forme, lo rese più netto nei tratti e lo volle rigorosamente nero, a richiamare insieme le sue origini militari e la passione per i cavalli.

In una lettera alla madre, datata 27 aprile 1918, Baracca stesso ne sottolinea il significato: «Ti manderò presto una fotografia di me a cavallo. Intanto ti invio questa, con il cavallino dipinto sul velivolo: è l’emblema del Piemonte Reale». La sua squadriglia adottò il grifone come insegna comune, ma il Cavallino rimase il suo tratto distintivo, sempre dipinto su entrambi i lati della fusoliera.

La prima traccia ufficiale risale al 26 aprile 1917, giorno della sua ottava vittoria, quando la stampa italiana segnalò la presenza del “cavallino rampante” sul suo Nieuport 17. Da quel momento, l’emblema lo accompagnò anche sullo SPAD VII e infine sullo SPAD XIII, stagliandosi fiero contro il camuffamento dei velivoli.

Non era soltanto un disegno: era un manifesto di coraggio, di identità e di appartenenza. Un simbolo che ancora oggi vive nello stemma del 9° Stormo “Francesco Baracca”, proiettando nei cieli del presente l’eredità di uno dei più grandi assi dell’aviazione italiana.

La forza evocativa del Cavallino Rampante non si esaurì nei cieli di guerra. Negli anni Venti la famiglia Baracca concesse a Enzo Ferrari di adottarlo come insegna per le sue vetture da corsa, trasformandolo in un simbolo conosciuto in tutto il mondo. Dal volo alla velocità su pista, quel Cavallino continua ancora oggi a rappresentare coraggio, eccellenza e orgoglio italiano, restando prima di tutto emblema dell’Aeronautica Militare e del 9° Stormo che porta il nome dell’Asso degli Assi.

Autore Content: @riccardomusci 
Autori Special HH101A: @mauro_raffaele_fpv @sierramike64 
Link alle fonti in bio

#dossierdifesa #AM #NonoStormo #Aeronautica
Il 2 luglio 1993, a Mogadiscio, in Somalia, nell’ambito della missione umanitaria UNOSOM II, perse la vita in un’imboscata il sottotenente dei Lancieri di Montebello Andrea Millevoi. All’epoca, il Paese africano era caduto in una sanguinosa guerra civile dopo la deposizione del regime del Presidente Mohammed Siad Barre e i caschi blu delle Nazioni Unite intervennero per stabilizzare l’area. 

Quella mattina, Millevoi stava partecipando a un rastrellamento di armi nei pressi di un ex pastificio Barilla, ad Haliwaa, un quartiere a Nord della capitale somala. Al termine dell’operazione, all’altezza del cosiddetto “Checkpoint Pasta”, alcuni civili circondarono una prima colonna italiana, mentre alcuni miliziani somali iniziarono ad aprire il fuoco sui militari. 

L’intervento di soccorso del secondo reparto non tardò ad arrivare ma, nello sforzo di perlustrare l’area per mettere in salvo alcuni civili utilizzati come scudi umani, Millevoi fu raggiunto dai colpi letali dei Kalashnikov. Insieme a lui, furono colpiti mortalmente altri due membri del contingente italiano “ITALFOR IBIS 2”: il Sergente Maggiore Stefano Paolicchi e il Caporale Pasquale Baccaro, ventitré i feriti. 

Due anni dopo l’eroico sacrificio di Millevoi in Somalia, la Repubblica Italiana gli conferì la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria, la più alta onorificenza per il valore in guerra. 

Link alle fonti in bio

#dossierdifesa #difesa #sicurezza #military #andreaMillevoi #OperazioneIBIS #UNOSOMII #MOVM
Il successo del GCAP dipende in larga misura dal c Il successo del GCAP dipende in larga misura dal contributo del tessuto produttivo dei paesi partecipanti, coinvolgendo un ampio network di aziende, talenti e università. Questo ecosistema è fondamentale per garantire l’autonomia tecnologica, la competitività internazionale e la sostenibilità a lungo termine del programma.

Il possibile ingresso dell’Arabia Saudita nel progetto rafforzerebbe la cooperazione militare e industriale ed attraverso questa collaborazione i partner intendono sviluppare non solo un velivolo di ultima generazione, ma anche un modello di cooperazione per il futuro per il rafforzamento delle rispettive capacità di difesa aerea.

Il GCAP rappresenta un passo strategico per consolidare la cooperazione internazionale nel settore della difesa e aumentando l’interoperabilità tra i partner. Il programma punta inoltre a stimolare il tessuto industriale nazionale dei paesi coinvolti, favorendo l’innovazione tecnologica e la crescita di competenze nei settori dell’aerospazio, elettronica oltre a creare posti di lavoro nei paesi partner.

Non è solo un progetto avveniristico, ma anche un modello di collaborazione politica e strategica, con l’obiettivo di rafforzare le alleanze e consolidare la posizione dei paesi partner nello scacchiere geopolitico globale, garantendo sovranità strategica e sostenibilità a lungo termine nelle rispettive capacità di difesa aerea.

Autore content: Niccolò Matteini @niccolomatteini_ 
Autore grafica: Fabio Maina @ziofiabo 

#GCAP #dossierdifesa #Leonardo #aeronauticamilitare #difesa #UK #Giappone #aerospace
Debutta il primo numero della nuova rubrica dedica Debutta il primo numero della nuova rubrica dedicata all’attualità della difesa e della sicurezza internazionale.
Questo mese:

👉🏼Rapporti con l’estero
👉🏼Esercitazioni militari
👉🏼NATO
👉🏼Armamenti
👉🏼Diplomazia
👉🏼Cyber & sicurezza nazionale
👉🏼Le nostre “Varie d’arsenale”

Un nuovo formato per offrire una panoramica chiara e sintetica sulle principali dinamiche che riguardano la difesa italiana nel contesto globale, mese dopo mese. 

#DossierDifesa #ItaliaNelMondo #Difesa #SicurezzaNazionale #NATO #Diplomazia #CyberSecurity #ForzeArmate #Armamenti

📚Link alle fonti in bio
Il 29 marzo 1918, sopra Ponte di Piave, Ernesto Ca Il 29 marzo 1918, sopra Ponte di Piave, Ernesto Cabruna compì l’impresa che lo rese leggenda: da solo, affrontò undici aerei nemici, li confuse con manovre ardite, disperdendoli come stormo smarrito. “Uno contro undici”, lo battezzò la Domenica del Corriere nella celebre copertina illustrata da Achille Beltrame.

Ma Cabruna non era solo un aviatore: fu carabiniere, soccorritore tra le macerie di Messina, volontario in Africa e soldato sugli altipiani. Il richiamo del cielo lo condusse poi tra i primi cavalieri dell’aria, innamorato di ali fragili e motori rombanti.
In guerra conseguì otto vittorie aeree, più altre a terra, e collezionò medaglie, tra cui l’oro al Valor Militare: non come ornamento, ma come sigillo di un ardimento che non conosceva misura. Dopo il fronte, seguì D’Annunzio a Fiume, condividendo sogni e battaglie di un’Italia inquieta.

Malato di cuore, fu comunque uomo d’azione: vicino alla Resistenza, emissario per i prigionieri, autore di libri e memorie. Si spense a Rapallo nel 1960, ma riposa tutt’oggi al Vittoriale, tra gli eroi di D’Annunzio. Del “solitario cacciatore”, come lo chiamò il poeta, rimane l’immagine eterna: un uomo che non contava i nemici, ma li affrontava con la sola audacia del cuore.

Autore Content: @luckydalena 
Autore Grafica: @ziofiabo 

Link alle fonti in bio

#dossierdifesa #ernestocabruna #aviazione #eroidiguerra  #carabinieri
🐅🐅 “Once a tiger, always a tiger.” Non 🐅🐅

“Once a tiger, always a tiger.”

Non è solo un motto, ma l’essenza che abita l’Aeroporto militare di Grazzanise, casa del 9° Stormo dell’ @aeronautica.militare guidato dal Colonnello Salvatore Florio. Quattro parole che racchiudono preparazione, dedizione, spirito di servizio e di squadra: la linfa vitale dei Piloti del 9°, pronti a operare anche negli scenari più complessi.

Salire a bordo di un HH-101A del 21º Gruppo Tigre di Grazzanise significa vivere un’emozione unica, intensa soprattutto per chi affronta il primo volo. Accanto a noi, i fotografi: occhi vigili, mani ferme, pronti a fissare in uno scatto l’eleganza dello special color che attraversa i cieli sopra la Reggia di Caserta, Ischia e Procida.

In volo le parole si dissolvono, rimane soltanto il silenzio carico di stupore. È un’esperienza che lascia dentro la gratitudine: per la bellezza che scorre sotto di noi e per l’opportunità di raccontare un’eccellenza italiana.

Grazie al Colonnello Florio e ai suoi uomini: attraverso loro scopriamo che il volo non è solo tecnica e disciplina, ma visione, coraggio e appartenenza.

#dossierdifesa #9stormo #21gruppotigre #aeronauticamilitare
Oltre alla formazione e al recupero di reperti, l’intervento dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) in Iraq ha introdotto un approccio unico e innovativo alla gestione delle emergenze culturali, non soltanto grazie a operazioni di polizia o di addestramento, ma con una vera strategia integrata per costruire le capacità istituzionali locali. 

In collaborazione con la NATO Mission Iraq (NMI) e la Missione europea EUAM-I, nel luglio 2024 i Carabinieri hanno promosso un workshop strategico a Baghdad dedicato alla gestione del patrimonio culturale in situazioni post-disastro. Il seminario ha coinvolto funzionari iracheni dei Ministeri della Cultura e dell’Interno, militari e personale tecnico, ed è stato uno dei primi esempi in Medio Oriente di pianificazione congiunta tra autorità locali e forze internazionali per la protezione dei beni culturali.

L’approccio ha integrato analisi dei rischi, monitoraggio online dei mercati illeciti, creazione di database nazionali e pianificazione di emergenza per siti particolarmente vulnerabili. Questi strumenti, ancora troppo poco diffusi in Iraq, mirano a rendere le autorità locali autonome nel prevenire, rispondere e recuperare dopo conflitti o calamità naturali. 

Il risultato è un modello di cooperazione che va oltre la mera restituzione dei reperti, puntando a restituire a un intero Paese la capacità di proteggere la propria identità culturale.

Autore Content: @_alessandro_barbato
Autore Grafica: @nicolamarzotto

📚Link alle fonti in bio
Carica altro Segui su Instagram

Dossier Difesa

E-mail: redazione@dossierdifesa.it

Instagram Linkedin
  • CONTATTACI
Accedi

© 2025 Kadence WP

Scorri in alto
  • HOME
  • CHI SIAMO
    • IL NOSTRO TEAM
  • ATTIVITÀ
    • INSTAGRAM
    • ARTICOLI
    • DIALOGHI SULLA DIFESA
  • ENTRA NEL TEAM
  • CONTATTACI